Quando Farete si trasforma nell’azione “Facciamo”

20160906_171631 Farete 2016Farete è il nome di un Evento che con cadenza annuale si ripete presso la fiera di Bologna, cui partecipano aziende, professionisti, enti, istituzioni, con l’obiettivo di stimolare sinergie utili a rafforzare l’economia e la salute del territorio.

Quest’anno l’esperienza ha avuto connotati diversi, almeno per me. Ve ne parlo per condividere alcune riflessioni su quanto sia determinante l’approccio con cui ci accostiamo alle cose, ai fini dell’opinione che ce ne facciamo e dei benefici che possiamo ricavare o produrre.

Puntualmente, infatti, scambiando opinioni con diversi amici e conoscenti al termine del secondo giorno di Farete 2016, in qualche caso mi è parso che abbiamo partecipato ad eventi diversi!

La differenza è che per la prima volta quest’anno partecipavo come libero professionista e non come manager d’azienda o come esploratore interessato a nuove opportunità come dirigente.

Così la parte pubblica dell’assemblea annuale di Unindustria, le tavole rotonde, i seminari e la visita agli stand degli espositori prevalentemente locali hanno assunto una valenza diversa dalle volte precedenti, così come il mio stesso modo di presentarmi e di partecipare.

Ho sempre sfruttato questa “due giorni” per rinsaldare contatti e per crearne nuovi, per essere sempre più presente nella vita del territorio e avere maggiori strumenti per decidere come sviluppare il mio percorso professionale nel futuro prossimo e di lungo termine.

Questa volta la percezione è stata di una relazione molto più diretta tra idee, contatti, novità, aspirazioni e le mie decisioni pratiche, rispetto al passato. A partire dalla scelta delle opportunità su cui investire, in un mare potenzialmente sterminato, ma denso di insidie pronte a divorare tempo e risorse inutilmente o senza equità.

Ho anche fatto scoperte. La prima, banale a dirsi, è che presentarsi con le idee chiare nella sostanza e nella forma fa bene alla salute. Mi riferisco in particolare alla decisione di cercare forme di comunicazione al passo con i tempi. Forme nuove per la mia esperienza come la definizione di un logo, la creazione di un payoff, l’apertura di un Blog, come il presente. Tutt’altro che un’operazione banale. Non tanto per i tecnicismi che pure all’inizio risultano un po’ ostici per i neofiti, quanto per l’analisi approfondita, spesso introspettiva che ne ha preceduto lo sviluppo.

Con essa è stato possibile definire i contenuti da trasmettere, precisare le competenze, evidenziare i valori che intendo esprimere e decidere come esprimerli, ora che le strategie d’impresa le decido io.

Si, strategie d’impresa, perché imprenditore lo sono diventato. O forse lo sono sempre stato. Non dimenticherò infatti il sorprendente ed un po’ spietato commento di un imprenditore modenese, anni fa, dopo un articolato ed interessante colloquio: “lei è un imprenditore senza soldi”.

Effettivamente fino a quel momento avevo sempre lavorato guadagnandomi di che vivere come dipendente. Qualche precedente esplorazione nella direzione dell’imprenditoria non aveva avuto seguito a causa di criticità evidenziate in fase di studio di fattibilità.

Scendendo nello specifico dell’evento Farete 2016, ho conservato alcune “pillole”:

Dalla parte pubblica dell’Assemblea annuale di Unindustria Bologna

Alberto Vacchi: “

  • “bisogna privilegiare la dinamica di filiera ed incentivare i comportamenti delle imprese a starci dentro, superando individualismi, anche ricchi di valori, che la globalizzazione non vede”
  • Ciascuno faccia la sua parte

Jean Paul Fitoussi:

  • “la gente guadagna meno ora di 60 anni fa, a che (a chi) serve questo tipo di progresso?
  • Senza fiducia il mercato non esiste

Sergio Bertolucci:

  • l’economia degli ultimi decenni ha perseguito il “value for few piuttosto che il value for many”
  • “il beneficio per pochi non è più sostenibile”
  • Il concetto e l’importanza della “coopetition”, la collaborazione tra competitor

Enrico Finzi:

  • L’illeggibilità della realtà attuale e la gravissima crisi collettiva di motivazione
  • l’importanza di diventare produttori di senso, di significato

Matteo Zuppi:

  • senza fiducia e senza responsabilità il mercato è sterile
  • l’importanza di essere protagonisti senza protagonismo
  • la raccomandazione di Teresa di Calcutta “nonostante tutto, fai lo stesso

Della tavola rotonda di chiusura di Farete 2016 riporto una per tutte l’osservazione del CT del Bologna FC, Roberto Donadoni, che rammentava come senza coraggio e senza accettare il rischio non si possa sperare nemmeno di mantenere le posizioni.

Per quanto riguarda le visite agli stand ed ai numerosi contatti nuovi o ripresi, è davvero notevole la quantità e la qualità dei progetti che le aziende hanno in cantiere o vorrebbero realizzare. Progetti in cui l’accesso a competenze adatte a svilupparli porterebbe certamente un grande beneficio.

L’esperienza di Farete 2016 non ha fatto eccezione e personalmente ho già stilato la lista di priorità, programmato le prossime attività ed individuato i Partners che potrebbero essere coinvolti all’occorrenza.

Immaginiamo che ciascuno di noi moderi un po’ gli individualismi, faccia la propria parte nonostante tutto, entri in un’ottica di prosperare perché crea valore e non perché lo sottrae. Non avrebbe molto più senso ciò che facciamo? Abbiamo dubbi che potremmo competere molto meglio in un contesto così illeggibile e complesso come quello attuale? Non sarebbe un modo concreto per superare il modello basato “value for few” che sta alla base dei guai dell’economia e della società? A Voi la parola …