I corsi di aggiornamento di quest’anno ci sono serviti a qualcosa?

Aggiornamento è una parola grossa di questi tempi. Le evidenze dei cambiamenti epocali in corso si moltiplicano e verosimilmente il più deve ancora arrivare … Per questo l’aggiornamento mi pare essenziale oggi più che mai, per la speranza di capire come stanno cambiando i nostri SWOT (*) e migliorare le probabilità di successo, o almeno di sopravvivenza, per il prossimo futuro.

La cosa più buffa è che anche chi costituisce osservatori e camere di regia, chi si occupa di innovazione spinta, di strategie o di nuovi modelli di economia è alle prese con situazioni mai sperimentate prima, su cui fare previsioni è comunque un azzardo. Le clamorose smentite di autorevoli previsioni di questi ultimi due anni sono sotto gli occhi di tutti. Di conseguenza anche le attività di formazione e divulgazione propinate ai comuni mortali che cercano un orientamento attraverso l’aggiornamento risentono di questa incertezza di fondo.

Recentemente ho partecipato ad un seminario per certi versi controcorrente. Un relatore titolato criticava gli eccessivi allarmismi sugli sviluppi dell’ormai noiosa Industria 4.0. In base ad uno studio americano del 2013 sulla diffusione dei robot, infatti egli ha affermato che Industria 4.0 verosimilmente creerà una disoccupazione moderata, attestandosi intorno allo 0,67% in più per ogni robot ogni 1000 persone. Nessuna osservazione sulla possibilità che i robot possano diventare 100 ogni 1000 persone  (vedi articolo sulla crescita esponenziale della complessità dei sistemi, innescata dopo il 2013). Nessuna osservazione sul fatto che i robot sono attualmente applicati solo in alcuni ambiti (come quello produttivo), mentre la rivoluzione digitale interesserà praticamente ogni attività umana nel giro di pochissimi anni.

In altri seminari i relatori dipingevano invece un futuro a tinte fosche in cui l’occupazione seguiva l’ecatombe di aziende da attendersi entro il 2020 …

Se però tralasciamo gli eccessi in un senso o nell’altro, ho trovato dati e spunti di riflessione estremamente interessanti quest’anno, utili ad individuare nuove modalità di supporto per i miei Clienti. Un aggiornamento ed una integrazione continua delle competenze da mettere a disposizione di realtà imprenditoriali e di formazione del nostro Territorio.

Le nostre aziende hanno infatti bisogno di tradurre in scelte concrete ed in cambiamenti efficaci ciò che nei seminari viene solamente illustrato o dibattuto.

Ad esse serve riesaminare i propri processi produttivi ed individuare sprechi come eccessi di attività, movimentazioni non ottimizzate, gestione delle scorte, tempi morti, difetti di produzione, così come le modalità di interazione tra i diversi reparti funzionali.

Come: Partendo da ciò che il mercato è disponibile a riconoscergli e sagomando di conseguenza le strategie, la comunicazione e l’organizzazione di tutte le attività.

Questo è un altro punto: ammesso che un’azienda abbia potuto dedicare tempo all’ aggiornamento, i corsi frequentati sono serviti a qualcosa? Se no o se troppo poco, perché? Come fare concretamente?

Ho intenzione di approfondire il discorso e coinvolgere le aziende in diversi modi …

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(*) SWOT, acronimo inglese Strenghts-Weaknesses-Opportunities-Threats che sintetizza i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e le minacce di un soggetto che opera in un determinato contesto.