L’ eredità delle ultime Vacanze di Natale

Eredità, più che doni, li chiamerei, dato che alcuni eventi, esperienze, e riflessioni sono collegati a vicende severe del vivere.

Un’ eredità a tinte contrastanti, di cui fare tesoro per ricongruire il nostro approccio alle persone ed alle cose con valori un po’ più solidi e duraturi dell’immediato tornaconto personale.

Così al clima di pace delle festività di Natale si sono contrapposte le notizie di cronaca, dense di violenza e di terrore. Non di meno, alcuni fatti, che mi hanno interessato più direttamente e personalmente.

Prima tra tutte, la potente testimonianza di Monica, ex allieva nell’età dell’adolescenza, mancata dopo una lunghissima malattia. Impressionante la sua capacità di creare positività intorno a sé, coinvolgendo centinaia di persone. Un’Educatrice per tutti.

Importante anche la visita presso il Villaggio Senza Barriere gestito da un’Associazione che da oltre trent’anni dà splendidamente supporto a famiglie con persone disabili o con difficoltà, pur disponendo di mezzi limitati rispetto alle idee ed ai progetti che continuano a produrre. Nella fattispecie, l’occasione della visita è arrivata dalla necessità di interventi tecnici sugli impianti di riscaldamento, per l’ottimizzazione dei quali spero che la mia rete di contatti, che ha risposto prontamente, possa dare una mano concreta. Ogni volta che passo dal Villaggio o che incontro i membri dell’Associazione rientro con una spinta in più.

Curiosa e veramente gradevole la visita a Barbara e Tiberio, ex compagni di classe negli anni ’70 (!).

Con essi mia moglie Elisabetta ed io abbiamo trovato molti più punti di contatto di quanto avessimo avuto al Liceo (dove oggi Elisabetta insegna Scienze), forse complici le differenti etichette che ci portavamo addosso! In questo caso l’incontro è nato per la coincidenza di trovarci entrambi a Rimini, dove Barbara si sta finalmente riprendendo dopo un grave incidente stradale.

Qualche semplice attività musicale, la possibilità di radunare amici e famiglia (figli compresi!) in diverse occasioni hanno certamente contribuito a distinguere questo periodo da quello feriale, nonostante le attività lavorative non si siano mai fermate, a parte i 2-3 giorni intorno a Natale e Capodanno.

Utilizzo questi periodi per ritemprarmi e per ritrovare il mio “Ottimo”. Intendendo per “Ottimo” quello stato in cui riusciamo a dare il meglio di noi e ci sentiamo in armonia con ciò che ci circonda, come essere parte di un Progetto di ampio respiro.

Di qui alcune considerazioni, per le Vostre possibili repliche:

  • Ciascuno di noi è in grado di individuare il proprio “Ottimo
  • Puntare all’Ottimo stimola le capacità e favorisce relazioni di qualità
  • L’unica persona che ci può impedire di puntare all’Ottimo siamo noi stessi

Se riflettessimo di più sul fatto che il tempo è una risorsa limitata e che siamo di passaggio, forse sarebbe più facile perseguire l’Ottimo giorno per giorno.

Mi torna in mente la considerazione dell’anziano saggio nel film di Bertolucci del 1990 Il tè nel deserto (The Sheltering Sky) (perdonate, vado a memoria): “tendiamo a ritenere che gli eventi della nostra vita possano essere ripetuti quante volte vogliamo, invece alcune cose, le più importanti, possiamo farle solo poche volte, forse anche una sola volta …”

Così, a proposito, la splendida poesia lasciataci in eredità di Martin Luther King (o di Madre Teresa di Calcutta? dalle ricerche su internet non l’ho capito!), che comincia così “se non puoi essere un pino sul monte, sii una saggina nella valle, ma sii la migliore piccola saggina sulla sponde del ruscello …”

Buon Anno!