La formazione scolastica e l’Industria 4.0: prova di interconnessione con le nuove generazioni

La formazione scolastica, nel senso comune, è ancora molto distante dalla Società. E’ un dato di fatto che, con le dovute distinzioni, anche i giovani più brillanti rischino di avvicinarsi al mondo del lavoro con scarsa consapevolezza del contesto e delle abilità di contorno fondamentali per entrare sul mercato e navigare tra le sue acque mosse.

Ebbene, ho pensato di fare qualcosa in questo ambito, riservando un po’ di spazio alla formazione scolastica. Ritengo infatti che la mia esperienza sul campo possa dare piccolo un contributo in tal senso. Non di meno, sono mosso dalla curiosità di interagire con studenti intorno alla soglia della maggiore età, pertanto appartenenti alla “generazione K”, così come li ha indicati l’economista Norina Hertz a Farete 2017. E’ infatti il caso di pensare anche alla interconnessione generazionale oltre che a quella tecnologica e di sistema.

In pratica, sugli sviluppi del primo contatto avuto proprio a Farete nella precedente edizione del 2016, ho ricevuto un incarico di docenza presso scuole tecniche (Meccatronica) e professionali (Meccanica).

Le lezioni sono incominciate il 15 Settembre.

Il primo impatto con gli studenti, in realtà, è avvenuto già alla fermata dell’autobus il primo giorno di scuola: nell’attesa del bus, due studenti si lamentavano di un qualche assurdo compito per le vacanze assegnato loro dalla “tettona”. Trattenendo il sorriso, la mente è tornata agli anni ’70, all’articolo che il mio grande amico Massimo “Rommel” pubblicò su di un giornalino locale, in cui parlava di due suoi professori noti a scuola come “Padellone” e “Pampurio”. Velocità di propagazione dell’articolo – ovviamente su supporto cartaceo – e diffusione degni del migliore scoop su facebook. Per la cronaca l’articolo ricevette numerosi apprezzamenti, (i “mi piace” non venivano ancora collezionati) e procurò qualche piccolo grattacapo per il brillantissimo e nell’occasione un po’ sprovveduto Rommel.

Spero di non conoscere mai gli appellativi che mi erranno affibbiati, ma il fatto mi ha aggiunto buon umore: La generazione K non è totalmente diversa da quella dei baby boomers

In classe, il primo impatto con gli adempimenti sul registro elettronico. Certo che l’ingresso con il tablet Fucsia ricevuto provvisoriamente in prestito della collega Chiara può avere aggiunto qualche informazione fuorviante nei pochi secondi in cui i ragazzi fissano la prima impressione su di uno sconosciuto.

Successivamente le presentazioni e l’introduzione ai programmi delle mie materie, tutte in ambito tecnico e dell’organizzazione. D’obbligo un flash sul passato ed un accenno agli sviluppi in  corso.

Durante le prime ore di lezione, alcuni particolari mi hanno colpito:

  • Vedere i ragazzi in silenzio mentre cercavano di immaginare come doveva essere il mondo senza smartphone e senza internet
  • Riscontrare il loro interesse nell’apprendere i più recenti sviluppi in ambito industriale: le tendenze mondiali, le scelte della UE, Il piano nazionale Industria 4.0 e gli sviluppi nella Regione come (le Smart Specialisation Strategies dell’Emilia e Romagna ed Clust-ER). Azioni con riflessi concreti sul Territorio ed informazioni utili per le loro scelte professionali.
  • La consuetudine della scuola di iniziare la giornata con un “Buongiorno” di 10 minuti. Un modo per rammentare il contesto positivo e costruttivo in cui si intende inquadrare le attività che seguiranno.

Già dalle settimane precedenti avevo invece cominciato ad apprezzare l’ambiente scolastico, la cortesia e la collaborazione dei colleghi, così come ho potuto apprezzare la professionalità del consiglio direttivo scolastico: il Management Team in azione, una volta tanto visto dall’esterno! Come ho sempre sostenuto, comandare è un servizio che ha il compito di raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione, anche agevolando l’attività dei collaboratori. Nella fattispecie, come utente, ne confermo l’ottimo supporto ricevuto.

Un’azione solitaria difficilmente porta a risultati eclatanti, mentre un’azione coordinata in un contesto organizzato può fare molto di più. Per questo il mio personale contributo confluirà nelle attività di un Istituto Scolastico attento al miglioramento continuo della formazione e che ha colto con favore la mia disponibilità!